La biblioteca esce fuori a cena
Ciao, siamo Linda, Alessandra e Denise dalla Biblioteca Baldini di Santarcangelo e oggi facciamo un’incursione in questo blog e tra poco scoprirete il perché. Prima di tutto ci presentiamo meglio: siamo tre ragazze che lavorano dallo scorso settembre all’interno della biblioteca grazie al progetto di Servizio Civile “Leggere e Conoscere”.
Ma che cosa ci facciamo su Lavablog?
Siamo qui perché la biblioteca ha accettato con piacere l’invito di Filippo e Giorgio a partecipare al progetto Non abbiamo il Wi-Fi, Leggete!
Ogni martedì sera, a partire dal 24 maggio, metteremo a disposizione degli ospiti de “Il Lavatoio Bistrot” alcuni libri riguardanti il territorio, la storia e le tradizioni di Santarcangelo e della Romagna. Questi libri infatti non sono solo della biblioteca o dei suoi più assidui frequentatori, ma appartengono a tutti e costituiscono il nostro prezioso patrimonio culturale. Per noi si tratta di una bella opportunità per farli arrivare anche in luoghi in cui non ci si aspetterebbe di trovarli: tra i tavoli di un ristorante.
Trascorrere una cena parlando anche di libri, leggendone alcuni brani o discutendo dei più caratteristici aspetti delle nostre tradizioni, ci è sembrata proprio un’idea stimolante e perfettamente in linea con i principi che stanno alla base della biblioteca di oggi. Una biblioteca aperta, dinamica e una vera “casa della cultura” che in occasioni come queste trova spazio anche al di fuori delle sue mura. I primi libri che avrete la possibilità di sfogliare riguardano un tema a noi molto caro: quello della poesia e prosa dialettale romagnola e santarcangiolese che è stata, e continua ad essere, una forma di espressione importante e feconda.
Alfredo Spanò descrive noi romagnoli così:
«Popolazione sanguigna, abituata a dire pane al pane, vino al vino, fortemente legata al territorio e alle sue caratteristiche orografiche, dall’Appennino alle valli fluviali, al mare, si è espressa e si esprime tuttora, nonostante l’incalzare dell’Era del Silicio, in una lingua che ha mille sfaccettature e intonazioni e che cambia, anche solo nella pronuncia di una sillaba, da paese a paese, da borgo a borgo, da cantone a cantone, spesso vivacemente antagonisti tra loro.»
Oltre ai grandi nomi come Tonino Guerra, Nino Pedretti, Gianni Fucci, Raffaello Baldini e Giuliana Rocchi, saranno presenti anche alcune opere più recenti di Rino Salvi, Stefano Stargiotti e Annalisa Teodorani (che tra le altre cose è una delle nostre care “bibliotecarie itineranti”!).
Quale modo migliore di salutarsi se non lasciandovi un piccolo “assaggio” di quello che troverete da martedì prossimo a Il Lavatoio Bistrot ?
E’ pèn de mi paèis
Te mi paèis i fa ancòura un pèn
ch’l’è pu e’ pèn ch’u s magnéva Crést.
Il cus s’un piat tònd
culòur de ma dòun un po’ sbiavéid
che sòuna te tuchèl.
L’è un pèn fat sa pochi ròbi:
acqua, faréina e sèl.
quand ch’l’è còt e sfòia un bisinin
un bisinin u s bréusa
cumè fa la faza dla léuna
quand la à la luce ad travérs.
l’è un pèn ch’u n sa ‘d gnént
s’u n foss che l’à e’ gost
stil cumè un òs-cia
ad tèra còta
A panséi bén
di mi dis an.
Nino Pedretti, La Chèsa de Témp
Il pane del mio paese
Nel mio paese fanno ancora un pane
che è poi il pane che si mangiava Cristo.
Lo cuocevano su un piatto tondo
colore del mattone un po’ scolorito,
che suona, nel toccarlo.
E’ un pane fatto di poche cose:
acqua, farina e sale.
Quando è cotto un pochino si sfoglia,
un pochino si brucia
come la faccia della luna
quando ha la luce di sbieco.
è un pane che non sa di nulla
se non fosse che ha il gusto
sottile come u’ostia
di terra cotta
A pensarci bene
dei miei dieci anni.
Linda, Alessandra e Denise
P.S. “DETTO TRA LE RIGHE” : per avere più informazioni sulla biblioteca, troverete in alcuni dei nostri interventi qualche link interessante…